Di cosa parliamo in questa lezione?
Algoritmo Google, è questo l’argomento di cui parleremo in questa lezione. Ma esattamente l’Algoritmo Google cos’è? Come funziona, ogni quanto viene aggiornato e quali sono i suoi principali e più rilevanti aggiornamenti? I cambiamenti nell’algoritmo di Google occorsi in seguito al rilascio di June 2019 Core Update e agli altri updates come si riflettono nei risultati di ricerca e quindi sul modo stesso di fare Search Engine Optimization (SEO)… sono molti gli argomenti che tratteremo in questa lezione.
Come saprai nella nostra SEO Academy trattiamo tutti gli argomenti correlati al posizionamento sui motori di ricerca. Se sei nuovo ti consiglio di dare un’occhiata alle precedenti lezioni… abbiamo trattato diversi argomenti che ti saranno utili per comprendere meglio quello di cui parleremo in questo articolo.
Se sei interessato a questa lezione probabilmente è perché vuoi capire esattamente come funziona l’Algoritmo di Google in modo da migliorare la tua strategia SEO e raggiungere i tuoi obiettivi di business.
Allora partiamo!
Algoritmo Google cos’è?
L’Algoritmo Google è il cuore di quel complesso sistema che permette in pochi istanti al motore di ricerca della società di Mountain View di elaborare le miriadi di informazioni presenti nel suo indice e restituire poi agli utenti i risultati di ricerca più utili e pertinenti per una determinata chiave di ricerca (o keyword).
Ma cos’è esattamente un algoritmo?
In generale un algoritmo è definito come un insieme di regole che permettono la risoluzione di un problema in un numero finito di passi (operazioni o istruzioni) elementari, cioè non scomponibili.
Fonte: wikipedia
Per applicazioni informatiche, queste operazioni o istruzioni vengono tradotte in linguaggio macchina (programma) che un computer è in grado poi di eseguire per svolgere una attività o risolvere un specifico problema.
Ma esattamente l’algoritmo di Google come decide quali risultati mostrare e in quale ordine?
Continua a leggere, lo scopriamo nei prossimi paragrafi!
Come funziona l’algoritmo Google?
Come funziona l’algoritmo di ricerca di Google? In realtà dovremmo parlare di algoritmi Google, indatti Big G utilizza un algoritmo principale (Hummingbird) in combinazione con altri algoritmi e numerosi fattori o segnali di ranking per restituire nelle sue pagine dei risultati di ricerca (SERP) un elenco ordinato di informazioni utili e rilevanti per l’utente.
È Google stesso a fornirci indicazioni su come funzionano gli algoritmi di ricerca (approfondimento) e su come vengono da questi utilizzati per restituire all’utente le informazioni richieste.
Elenchiamo sotto i vari passaggi.
Analisi delle parole
Il primo passo prevede l’analisi del significato delle parole usate nelle query di ricerca nonché la creazione di modelli linguistici al fine di cercare di capire esattamente cosa ricerca l’utente.
Corrispondenza con la ricerca
Gli algoritmi cercano quindi i termini di ricerca (e non ripetizioni di esse) nell’indice per restituire risultati appropriati.
Ranking di pagine utili
Tra mito e realtà si ritiene che i fattori che il motore di ricerca prende in considerazione ai fini del ranking siano oltre 200 e 10 mila le variazioni dei “sotto segnali” (approfondimento).
Sono varie le ricerche e studi come quelli eseguiti da SemRush (Ranking Factors 2.0) e Brian Dean (Backlinko) che hanno provato anche attraverso infografiche (eccola), a descrivere e categorizzare. Quelli resi noti nel 2016 da Andrey Lipattsev, Search Quality Senior Strategist di Google, sono essenzialmente 3: links, contenuti e RankBrain.
Tra questi segnali rientrano anche la rilevanza ed autorità della pagina. La prima scaturisce da una valutazione dell’algoritmo Google su come i contenuti riflettono l’intento di ricerca dell’utente in precedenza strettamente legata alla densità della parola chiave. La seconda invece è misurata da un valore numerico (da 1 a 10) attribuito da PageRank Algorithm Google, algoritmo facente parte di Hummingbird, in base alla qualità della link profile del sito.
Entrambi vengono considerati come segnali ed elaborati dall’algoritmo per la valutazione finale. È proprio per la geniale idea di inserire nell’algoritmo di ricerca i link ai siti web come variabile di calcolo della rilevanza che ha fatto di Google il motore di ricerca più utilizzato al mondo.
Restituzione dei migliori risultati
Prima della pubblicazione, Google valuta in che modo tutte le informazioni rilevate si combinano tra di loro in modo da fornire risultati il più possibile in linea con l’intento di ricerca degli utenti.
Considerazione del contesto
Attraverso il reperimento di informazioni quali la posizione geografica, impostazioni e cronologie delle ricerche precedenti, l’algoritmo di Google riesce a fornire risultati personalizzati. Per esempio se cerchi “pizza” alle 9:00 di mattina probabilmente sei interessato alla ricetta, mentre se la stessa ricerca la fai alle 8:00 di sera è possibile che tu stia cercando una pizzeria.
Algoritmo Google: aggiornamenti e refresh
Come visto in precedenza, l’algoritmo principale di Google si chiama Hummingbird e viene aggiornato centinaia di volte durante l’anno: alcune volte i cambiamenti sono minori, altre volte rilevanti. Soprattutto questi ultimi possono influenzare in modo significativo il posizionamento in SERP dei vari contenuti.
Cercare di capire quando avvengono e in cosa consistono aiuta i marketer ad affinare la loro strategia SEO e a rendere più efficaci le loro campagne SEO.
Di seguito si riportano in ordine cronologico i principali aggiornamenti che si sono susseguiti nel tempo sino quasi ad arrivare al 1998, anno di creazione di Google.
June 2019 Core Update – 2019
Il nuovo aggiornamento algoritmo google 2019 è stato rilasciato il 3 Giugno. A confermarlo ed a comunicarne il nome è Danny Sullivan, in risposta a Barry Schwartz in una chat su Twitter avuta in data 2 Giugno e inclusa poi in un post (eccolo).
Il fatto che per la prima volta un aggiornamento core del suo algoritmo venga pre-annunciato, ci dice molto circa l’importanza di questo update. La finalità è quella di migliorare in modo pro attivo sempre più i risultati di ricerca.
Siamo ancora agli inizi ma, rispetto algoritmo Google 2018, una ricerca condotta da Searchmetrics (eccola) ha già riscontrato in una sola settimana un aumento del 25% dei video carousel di Youtube e un decremento di siti di bassa qualità, non in linea con le direttive E-A-T (Expertise, Authoratitveness, Trust), o siti di piccole dimensioni.
Deindexing bug – 2019
Pone fine al processo di de-indicizzazione avviato da Google a partire dal 4 aprile che ha creato così tanto scompiglio tra i SEO. Secondo una indagine condotta da Moz, il 4 % delle pagine indicizzate ne sono state colpite, ma stupisce il fatto che la causa non risiedeva in un aggiornamento dell’algoritmo ma in un bug sconosciuto alla stessa società di Mountain View.
March 2019 Core Update – 2019
Annunciato il 12 marzo via Twitter da Danny Sullivan, questo aggiornamento (inizialmente battezzato Florida 2) è del tipo “broad core”, impatta cioè le URL indistintamente. I miglioramenti apportati riguardano il modo in cui l’Algoritmo Google valuta la rilevanza dei contenuti in rapporto ad una data keyword. Il fine è quello di fornire all’utente una risorsa la più utile possibile.
Medic core Update – 2018
Rilasciato il 1° agosto, anche questo aggiornamento è del tipo “broad core”. A risentirne maggiormente con flessioni in SERP del 25-30% sono stati i siti internazionali e quelli “medici”, ma non solo. Lavorare sul brand e creare contenuti di qualità seguendo le linee guida di Google vengono anche in questo caso indicati da Danny Sullivan come azioni da attuare al fine di una risalita dei contenuti nella SERP.
Mobile Speed Update – 2018
Rilasciato il 9 di luglio, con questo aggiornamento Google penalizza i siti con bassi tempi di caricamento e prevalentemente da dispositivi mobile. La velocità diventa così un fattore di ranking. Ma quali pagine l’algoritmo di Google considera veloci? Non viene specificato quali sono i fattori presi in considerazione dall’algoritmo, ma viene specificato che sono solo 3 i tool accreditati a valutare le performance di una pagina: PageSpeed Insights, Lighthouse e Chrome User Experience Report.
Unnamed Core Update – 2018
Rilasciato da Google il 16 aprile previo annuncio via Twitter, questo aggiornamento si focalizza sulla rilevanza dei contenuti. I contenuti che rispondono meglio all’intento di ricerca e all’esigenza informativa degli utenti si posizionano meglio nelle SERP. A dirlo è stato lo stesso John Muller durante un hangout. I marketer dovranno così cercare di capire meglio chi è la loro audience e come questa interagisce con i loro contenuti.
Mobile-First Index Roll-out – 2018
Il 26 marzo, previo annuncio tramite un post sul “webmaster central blog”, Google ha rilasciato questo aggiornamento core. Esso risulta molto importante perchè viene comunicato che a partire dal momento del rilascio, il motore di ricerca di Mountain View utilizza come indice principale di riferimento non è più il desktop ma il mobile.
Zero-result SERP Test – 2018
Il 20 marzo Danny Sullivan ha comunicato che Google ha avviato e successivamente interrotto un test nel quale per alcuni tipi di risposte (calcolatrici, conversioni di unità, query di dati) la SERP ha zero risultati. Anche se interrotto questo test rappresenta l’esempio di un possibile futuro nel quale i risultati organici così li conosciamo vengono sostituiti da una scheda informativa con il pulsante “mostra tutti i risultati”.
Brackets Core Update – 2018
Rilasciato il 9 di marzo, questo aggiornamento “broad core” si focalizza sulla qualità dei contenuti e si pone come obiettivo quello di “apportare dei benefici a pagine sotto-premiate in precedenza” ma che sono rilevanti per una query di ricerca. Puntare ancora una volta sulla creazione di contenuti di qualità viene indicata da Big G come la sola strada per scalare la SERP.
Maccabee o pre-holiday update – 2017
Rilasciato il 15 dicembre, gli effetti di questo aggiornamento si sono prodotti sulle SERP, principalmente su mobile, in siti privi di schema markup e in pagine di ingresso ai siti. In base all’analisi svolta tramite il tool Semrush sensor, è stato possibile constatare una generale volatilità delle SERP in settori diversi e in 6 differenti paesi.
Snippet Length Increase – 2017
Rilasciato il 30 novembre dopo anni di testing, questo aggiornamento aumenta la lunghezza degli snippets nei risultati di ricerca. Notoriamente la lunghezza della meta description è stata incrementata passando da 155 a 300 caratteri, e questo al fine di offrire maggiore opportunità di attrarre l’attenzione degli utenti e quindi ottenere maggiori click. Altrettanto noto, questa decisione è stata revocata dopo qualche mese.
Hawk local algorithm update – 2017
Rilasciato il 22 agosto questo aggiornamento impatta solamente le ricerche locali. In particolare l’update cambia il modo in cui Google filtra i risultati grazie ad un miglioramento del filtro di prossimità. A differenza di quanto capitava col precedente update del settembre 2016 (Possum), adesso una tra due imprese localizzate nello stesso palazzo non rischia più di essere esclusa dal risultato di ricerca locale.
Unnamed Update – 2017
Rilasciato il 17 maggio questo aggiornamento è sembrato sin da subito colpire siti che facevano largo uso di tattiche pubblicitarie ingannevoli.
Fred update – 2017
Rilasciato l’8 marzo, questo aggiornamento non confermato da Google sembra essere focalizzato più sulla qualità dei link che sulla qualità dei contenuti. Il nome “Fred” è stato dato Gary Illyes il quale scherzando afferma “che da quel momento se non specificato tutti gli aggiornamenti si sarebbero chiamati Fred”.
Chrome Security Warnings – 2017
Rilasciato il 7 marzo, questo aggiornamento per Chrome è finalizzato a fornire una maggiore sicurezza nel caso un hacker miri a prenderne il controllo.
Intrusive Interstitial Penalty – 2017
Questo aggiornamento “broad core” è stato rilasciato il 10 gennaio e mirava a colpire siti che utilizzavano popup e banner intrusivi e che si riflettevano negativamente sull’esperienza utente da mobile. Il precedente aggiornamento (Penguin 4.0 Announcement – 23 agosto 2016) aveva infatti sortito effetti irrilevanti sui siti che adottavano una strategia pubblicitaria aggressiva.
Penguin 4.0 Announcement – 2016
Rilasciato il 23 settembre previo annuncio di Gary Illyes via Twitter, questa nuova versione di Google Penguin è stata implementata e completamente integrata in Hummingbird. L’obiettivo era quello di offrire in risposta alle query contenuti maggiormente pertinenti e di qualità, oltre che punire quei siti che adottano tattiche di black hat SEO come il keyword stuffing.
Mobile friendly update #2 – 2016
Rilasciato il 12 maggio, con questo aggiornamento si vuole dare una spinta al ranking di siti e pagine web mobile friendly. A distanza da un anno dal precedente, si rende così ufficiale che il mobile friendly è un fattore di ranking.
RankBrain – 2015
Con questo aggiornamento, confermato il 26 ottobre, l’algoritmo Google integra ed utilizza l’intelligenza artificiale per processare i risultati di ricerca e fornire agli utenti i risultati più rilevanti. Nel corso dello stesso hanno è la stessa società di Mountan View ad indicare Rankbrain come uno dei 3 principali fattori di ranking.
Panda 4.2 – 2015
Questo 28° refresh è stato rilasciato gradualmente a partire dal 22 luglio e a distanza di 10 mesi da quello precedente (Panda 4.1 – 25 settembre 2014). Ad essere colpiti sono stati prevalentemente i siti in lingua inglese e conformemente agli altri refresh panda, siti e pagine con contenuti poveri o duplicati.
Mobile update AKA “Mobilegeddon” – 2015
Rilasciato il 21 aprile, ma annunciato da Big G il giorno seguente, questo aggiornamento si focalizza nel favorire il posizionamento organico di siti e pagine web che vengono ben visualizzati ed assicurano una corretta UX da dispositivi mobile. L’algoritmo prende in esame aspetti quali design ed interfaccia utente per valutare come i siti si interfaccino con display più piccoli.
Local Pigeon Expands update (UK, CA & AU) – 2014
Pigeon Expands è stato rilasciato negli USA il 24 luglio e dal 22 dicembre esteso ai soli Canada, Inghilterra e Australia. L’obiettivo dell’aggiornamento dell’algoritmo Google era quello di fornire risultati di ricerca localizzati il più possibile utili, pertinenti ed accurati.
Penguin Everflux – 2014
Al pari di Panda, Penguin diventa everflux e continuamente aggiornato al fine di rendere la valutazione sulla qualità dei siti più rapida. Dal 10 dicembre, se penalizzati, sarà possibile recuperare una penalizzazione rimuovendo manualmente i link o facendo il disavow dei link stessi.
Pirate 2.0 – 2014
Confermato da Google il 21 ottobre, a distanza di quasi 2 anni dall’introduzione del filtro originale DMCA/”Pirate” (10 agosto 2012), questo refresh mira a combattere la pirateria relativamente a software e digital media colpendo siti che presentano vari report di violazioni del copywrite.
Penguin 3.0 – 2014
É il 6° rilascio di Penguin, è globale (impatta cioè su siti di lingue e regioni geografiche diverse) e riporta la data del 17 ottobre. A differenza dell’everflux, se penalizzati non occorre più attendere il rilascio della versione successiva per vedere se i cambiamenti apportati risultano efficaci. L’algoritmo impatta sui siti con una cattiva backlink profile e al contrario promuove i siti che hanno “ripulito” il loro link profile.
HTTPS/SSL update – 2014
Rilasciato il 6 agosto, con questo aggiornamento Big G comunica che i siti che decidono di utilizzare i certificati SSL, e quindi più sicuri, godranno di una “leggera spinta” per scalare la SERP.
Panda 4.0 (#26) – 2014
Rilasciato il 19 maggio, questo è sia un aggiornamento broad core sia un refresh dei dati. Ad annunciare l’update è stato Matt Cutts via Twitter, il giorno seguente. In base ai dati ufficiali, ad essere colpite sono state il 7,5% delle query in lingua inglese ma anche di lingue diverse.
Penguin 2.1 – 2013
É il 5° rilascio di Penguin e riporta la data del 4 ottobre. Con questo update l’algoritmo Google vuole combattere il web spam. L’impatto di questo update è moderato come annunciato via Twitter da Matt Cutts, team leader del gruppo web spam di Google, e quantificato in 1% di tutte le ricerche.
Hummingbird – 2013
Rilasciato il 20 agosto ma confermato da Big G il 26 settembre, questo significativo aggiornamento “broad core” ha impattato la ricerca semantica ed il Knoledge graph. Il “colibrì” risulta infatti molto veloce ed accurato nel valutare le query e prende in alta considerazione il linguaggio naturale, il contesto ed il significato che va oltre la keyword stessa.
Panda Recovery – 2013
Confermato il 18 luglio, con questo update si è voluto correggere alcune rigidità nelle attività di Google Panda che hanno determinato per vari siti delle penalità ed aiutare i siti stessi a recuperare posizioni nelle SERP.
Exact-Match Domain (EMD) Update – 2012
Rilasciato il 27 settembre, questo update apporta dei cambiamenti nel modo di gestire i domini exact match (EMD). Big G vuole infatti evitare un buon posizionamento di siti di bassa qualità semplicemente perché riportano nel loro dominio delle parole che sono anche delle keyword molto ricercate.
Penguin – 2012
Questo aggiornamento broad core è stato rilasciato il 24 aprile col fine di premiare in SERP i siti di qualità ed escludere quelli che adottavano pratiche black hat come la manipolazione di link o il keyword stuffing, ed “aggiustare” alcuni fattori spam.
Venice – 2012
Confermato il 27 febbraio questo update ha largamente impattato le ricerche locali e determinato un aumento della frequenza con la quale le integrazioni di Google places venivano mostrate in SERP.
Google+ – 2011
Confermato il 28 di giugno, con questa release Big G intende contrastare Facebook relativamente alla condivisione di contenuti sui social. Inizialmente l’operazione riesce e già entro 2 settimane dal lancio si raggiungono i 10 milioni di utenti ma come sappiamo recentemente Google+ ora non è più disponibile.
Schema.org – 2011
Confermato da Big G, Yahoo e Microsoft, il 2 giugno viene lanciato uno schema.org markup (dati strutturati) supportato dai principali motori di ricerca. Non tutti i markup creano però dei rich snippets o migliorano i risultati di ricerca.
Panda 2.0 (#2) – 2011
Rilasciato l’11 aprile, questo nuovo refresh ha impattato su tutte le query in lingua inglese a livello globale. Google utilizza vari segnali per determinare quali sono i risultati di ricerca rilevanti. Nuovi segnali sono stati ora integrati compreso l’utilizzo di dati provenienti da siti che gli utenti hanno bloccato direttamente tramite una estensione di chrome.
The +1 Button – 2011
Per rispondere alla concorrenza dei principali social, il 30 marzo viene introdotto da Big G il +1 button. Cliccando su questo bottone è ora possibile per un utente influenzare i risultati di ricerca all’interno della propria community.
Caffeine (Rollout) – 2010
Rilasciato il 1 giugno ma annunciato da Big G l’anno prima, Caffeine è un nuovo sistema di indicizzazione web. L’algoritmo Google analizza ora continuamente il web al fine di fornire all’utente contenuti freschi e aggiornati. In base ai dati Google ad esserne influenzati sono state nel nostro paese il 35% delle ricerche eseguite.
MayDay – 2010
Rilasciato il 1 maggio questo aggiornamento ha impattato in modo rilevante il traffico organico di siti che facevano largo uso di long tail keywords come gli e-commerce. A confermarlo è lo stesso Matt Cutts. L’obiettivo perseguito è quello di aumentare la qualità dei contenuti forniti dai risultati di ricerca.
Google Places – 2010
Il 1 aprile Big G lancia ufficialmente Google Places (ora Google my business) che in realtà era un re-branded del Local Business Center. Gli utenti adesso si connettono più facilmente con le informazioni commerciali che includono anche video, coupons, prodotti in offerta,… Sono presenti anche nuove funzionalità come servizi di area, nuove opzioni di pubblicità locale.
Real-time Search – 2009
Confermato il 1 dicembre, con questo update dell’algoritmo di Google, Twitter feeds, Google news, social media ed altre risorse vengono ora integrate nel real time feed di alcune SERP. La loro visione può essere fermata attraverso l’uso del link “Pause” che si trova nella sezione in alto a destra
Rel-canonical Tag – 2009
Rilasciato il 1 febbraio e annunciato congiuntamente da Google, Yahoo e Microsoft, con questo update i webmaster possono ora indicare ai motori di ricerca quale versione tra 2 o più contenuti mostrare senza che questo abbia un impatto sul modo in cui gli utenti visualizzano i contenuti.
Google Suggest – 2008
Rilasciato il 1 agosto dopo quasi 4 anni di test, con questo update l’utente che esegue una ricerca visualizza in basso alla pagina un breve elenco di keyword correlate al termine di ricerca.
Universal Search – 2007
Confermato il 1 maggio, con questo update la vecchia SERP fatta solo di un elenco di 10 risultati cessa di esistere. Nella nuova SERP i link vengono ora integrati con news, video, local, immagini di diverso formato posti anche verticalmente.
Big Daddy – 2005
Confermato il 1 dicembre, questo core update dell’algoritmo di Google determina un grosso cambiamento nella infrastruttura di Big G e nella qualità delle SERP. In particolare Big Daddy cambia il modo in cui Google gestisce la canonicalizzazione di URL, redirect e altri problemi tecnici.
Google Local / Google Maps – 2005
Confermato il 1 ottobre, questo refresh segue il lancio nel mese di marzo di Local Business Center nel quale vengono integrati i dati delle map, ciò produce dei riflessi sul local SEO.
XML Sitemaps – 2005
Confermato il 1 giugno questo update permette ai webmaster di inviare le XML sitemap via webmaster tool (ora Google Search Console), bypassando così le tradizionali HTML sitemap e dando ai SEO una pur minore influenza su crawling e indicizzazione.
Nofollow – 2005
Confermato il 1 gennaio, Big G, Yahoo e Microsoft introducono congiuntamente il tag nofollow al fine di combattere lo spam e controllare la qualità dei backlink.
Brandy – 2004
Confermato il 1 febbraio, con questo update Google introduce diversi cambiamenti che riguardano un aumento dell’indice, una aumentata attenzione alla rilevanza degli anchor text ed alla Latent Semantic Indexing (LSI). Quest’ultima in particolare aumenta la sua capacità di capire i sinonimi e quindi anche il livello di analisi delle keyword.
Florida – 2003
Confermato il 1 novembre, Florida è il primo importante aggiornamento dell’algoritmo Google ed il primo ad impattare significativamente le SERP in periodo quasi natalizio. Florida distrugge il modo di fare SEO di quegli anni aprendo le porte ad una nuova era per la Search Engine Optimization.
Conclusione
In questa lezione della tua SEO Academy preferita abbiamo parlato di Algoritmo Google. Ti abbiamo dato tutte le informazioni necessarie per comprendere come funziona un algoritmo di ricerca e offerto un breve riassunto degli aggiornamenti che hanno riguardato Google dalla nascita sino ai nostri giorni.
I motori di ricerca cercano continuamente di migliorare il modo in cui potere fornire all’utente dei risultati pertinenti ed accurati in relazione ad una data query. Machine learning, intelligenza artificiale, SEO semantica,… sono solo alcune novità recentemente introdotte che si riflettono sul ranking dei contenuti e quindi anche sul modo di fare SEO e del cui sviluppo continueremo a trattare nelle prossime lezioni.
Rimani aggiornato e continua a seguirci, nelle prossime lezioni della SEO Academy parleremo di altre cose molto interessanti…
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